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Questa storia affonda le radici nella carne e nell'anima, in un mondo in cui odio e amore spesso si confondono. Accade così che per resistere alla perdita più grave, quella di sua madre, la fragile Precious Jones, il piccolo Abdul, ormai orfano, sia tentato di tenerla in vita con tutte le parole dolci che può, perché da quella voce gli arrivi almeno la forza di cui ha bisogno. La verità è che questa storia, che va alla velocità del pensiero, parla di abissi e crudeltà, di cicatrici che diventeranno altre ferite, della solitudine profonda di un figlio schiacciato tra ricordo e dimenticanza, perché a nove anni vorresti solo chiudere gli occhi e tornare lì dove non sei più, in una casa che profuma di lasagne, di vino e della gente che balla. "Hai mai perdonato qualcuno, Abdul?" Perché accade anche che in questo romanzo, un viaggio a stazioni tra crescita e perdizione, tra il desolato Mississippi e il cuore nero di Harlem, il bambino smarrito si trovi alle prese con gli angoli bui della sua personalità nello sforzo estremo di trovare una strada luminosa, qualcosa che lo renda libero e salvo. E la verità, quella impenetrabile, è che questa è prima di tutto una storia d'amore tra un figlio e sua madre. Sequel di "Precious", "Il figlio" è un ritratto pieno di misericordia, un inno alla sopravvivenza...